Il caso delle mense scolastiche, con pecifico riferimento alle scuole perugine (al di là del clamore mediatico e dei profili che attengono più strettamente al confronto tra gli attori politici, e tra questi e gli esponenti della società civile più direttamente impegnati) ha costituito per docenti e studenti un oggetto di studio particolarmente interessante, proprio perchè ha offerto l'occasione e lo spunto per verificare, "in vivo", i diversi vincoli che insistono nella programmazione e gestione dei servizi, gli interessi coinvolti, i margini di scelta disponibili e le diverse opzioni ammesse dall'ordinamento (italiano, anche alla luce della disciplina dell'UE).
Gli studenti coinvolti nel percorso monografico di approfondimento, come prova finale del corso, sono stati chiamati a verificare e formulare alcune proposte di organizzazione e gestione del servizio di mensa scolastica, nel rispetto dei vincoli giuridici (e finanziari) importi dall'ordinamento, e con l'obiettivo di tenere conto dei diversi interessi pubblici coinvolti. In particolare, si è chiesto loro di formulare proposte che esplorassero la possibilità di riconoscere un ruolo (ed una partecipazione attiva) alle famiglie, nella gestione o, quantomeno, nel governo generale del servizio. Altri interessi valutati sono stati quelli di promuovere il consumo dei prodotti locali (filosofia del "km zero"); e di utilizzare le eccedenze per fare fronte alle esigenze delle persone in condizione di povertà o di difficoltà economica.
Gli studenti si sono suddivisi in due gruppi di lavoro.
- Un primo gruppo di studio ha verificato l'ipotesi di gestire in modo separato la fase di approvvigionamento delle derrate alimentari, rispetto alla fase di trasformazione e scodellamento. In questo modo, si è cercato di costruire un modello in cui il Comune (con la collaborazione attiva delle famiglie) è posto in grado di approvvigionarsi con maggiore elasticità, rivolgendosi prevalentemente a produttori locali, mediante la costituzione di un albo dei fornitori. Le derrate così individuate ed acquistate costituiscono la materia prima tendenzialmente esclusiva ai fini del servizio di trasformazione e scodellamento.
La soluzione organizzativa elaborata dal Gruppo A è esposta nei seguenti documenti che vanno, presi in considerazione nel loro insieme:
- Delibera del Consiglio comunale di indirizzo
- Regolamento di istituzione e gestione dell'albo fornitori
- Regolamento di funzionamento della commissione di controllo dell'acquisto delle derrate alimentari per il servizio di mensa
- Modulo per la domanda di iscrizione all'albo fornitori
- Un secondo gruppo ha verificato l'ipotesi di assicurare una maggiore incidenza alla componente delle famiglie nell'indirizzo e controllo del servizio di mensa scolastica, pur nel mantenimento del modello di gestione unitaria delle diverse fasi di erogazione del servizio (acquisto, trasformazione e scodellamento), mediante affidamento con procedura aperta. La soluzione organizzativa esplorata consiste nella strutturazione di una Commissione mensa (a forte partecipazione da parte delle associazione genitori), chiamata a collaborare (in sede di indirizzo) con l'amministrazione comunale, non solo con riferimento alle fasi di controllo sulla qualità in itinere ed ex post, ma anche con riferimento alla formulazione del disciplinare di gara per l'affidamento del servizio.
- La soluzione è presentata in un unico documento, in forma di "parere tecnico".
Queste proposte sono rese disponibili e liberamente utilizzabili e riutilizzabili da chiunque interessato, come contributo di idee e di proposte elaborate nel contesto (e con la preminente finalità) della formazione universitaria.
qui il link ad alcuni dei materiali resi disponibili ed utilizzati per lo studio dell'evoluzione del sistema di refezione scolastica nel comune di Perugia